Il Giorno Sbagliato
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Avete presente quelle mattine in cui c\u2019\u00e8 in ballo un impegno importante, metti di lavoro, ma la sveglia vi tradisce innescando un\u2019onda rossa di tensione e pessime scelte alla fine della quale vi trovate bloccati nel traffico della circonvallazione di turno, a tirare gi\u00f9 i santi e a strombazzare contro le macchine che vi intralciano? A me capita di continuo. Ed \u00e8 esattamente quello che capita anche alla protagonista de Il giorno sbagliato, Rachel, con la sottile differenza che lei deve pure fare tappa a scuola per accompagnare il figlioletto, oltre a tenere a bada una causa di divorzio che carica l\u2019impegno di cui sopra di un\u2019importanza capitale.
Scrivere la recensione de Il giorno sbagliato significa, in parte, ritornare a qualche mese fa, quando ancora si pensava che, nel caso specifico degli Stati Uniti, i cinema sarebbero stati riaperti in modo più o meno normale (rispettando comunque le norme sanitarie vigenti) nel mese di luglio. Il punto di riferimento principale era ovviamente Tenet, che all'epoca era previsto per il 17 luglio, salvo poi slittare di almeno un mese nel mondo intero, ma nelle settimane a precedere doveva uscire anche questo nuovo film interpretato da Russell Crowe, che sarebbe quindi stato il primo vero nuovo titolo di punta dopo mesi di attività interrotta. E proprio su questo aveva giocato una parte del marketing, avvalendosi anche di recensioni per lo più positive da parte di certi critici che hanno affermato di aver anche apprezzato il fatto di poter finalmente tornare in sala, anche se poi negli USA non sono mancati commenti più beffardi del tipo "Non vale la pena rischiare di ammalarsi per questo film". Un'odissea un po' bizzarra sul piano distributivo e pubblicitario, con il film che nelle nostre sale arriva con calma, due mesi dopo l'esordio internazionale, quasi come se fosse un lungometraggio come gli altri. E in realtà lo è, nel bene e nel male.
Protagonista de Il giorno sbagliato è un individuo anonimo, con le fattezze di Russell Crowe. Anonimo nel senso che non ne conosciamo il nome (i titoli di coda lo identificano solo come "Uomo"), forse per rappresentare qualcosa di più generico, una rabbia incontenibile - unhinged, come suggerisce il titolo originale - dal sapore neanche velatamente misogino. Lo scopriamo già nella sequenza d'apertura, dove lui entra in una casa, uccide gli inquilini - scopriremo poco dopo che si tratta dell'ex-moglie - e brucia tutto. Questo nel cuore della notte, mentre la mattina dopo, nel tentativo di non arrivare in ritardo al lavoro mentre sta portando il figlio a scuola, Rachel Hunter (Caren Pistorius), si imbatte per caso in questa persona e l'interazione non è delle più piacevoli. Lei ha parzialmente torto, stando a una sorta di codice non scritto degli automobilisti, e lui pretende che gli si chieda scusa. Lei lo manda a quel paese, e così inizia una vera e propria persecuzione che metterà a rischio non solo la vita di Rachel, ma quella di tutti i suoi cari.
Arriviamo alla fine della nostra recensione de Il giorno sbagliato, con le stesse perplessità che avevamo al momento della visione del film, che diverte a tratti ma si affida esclusivamente alla (invero strepitosa) performance di Russell Crowe e perde di vista tutto il resto, regalandoci qualcosa di abbastanza squilibrato che difficilmente rimarrà a lungo nella memoria collettiva.
Avete mai pensato come un singolo evento possa stravolgere, non solo la vostra giornata, ma la vostra vita? È quello che succede a Rachel Hunter (Caren Pistorius) ne Il giorno sbagliato, per colpa di un violento Russell Crowe senza pietà.
Chi cerca il film giusto per tornare al cinema e mettere per un po' da parte le angosce connesse alla pandemia, non lo troverà ne Il giorno sbagliato, dal 24 settembre nelle sale cinematografiche con 01 Distribution. Russell Crowe ingrassato e in dimensioni mastodontiche è da paura: la ferocia brutale apre la prima scena e cinge come un cappio al collo tutta l'ora e mezza di trama. Si esce dal cinema con un senso persistente di ansia addosso. Tra occhi trapassati da forbici e facce grondanti sangue sbattute ripetutamente sul tavolo di un fast food indifferente, davvero troppa la violenza.
Il giorno sbagliato non è una storia così nuova: in Duel (1971) era l'autista di un camion a infuriarsi contro un automobilista, ora invece Crowe è alla guida di un pick-up e sfoga la sua frustrazione contro una mamma divorziata (Caren Pistorius) di New Orleans, in ritardo per il lavoro e per accompagnare il figlio (Gabriel Bateman) a scuola. La sua colpa? Avergli strombazzato al semaforo, senza poi chiedergli scusa, e avere colto quel colosso in pick-up nel suo «giorno sbagliato» (non che sia così felice quello della giovane mamma), in «un giorno di ordinaria follia» (come si intitola l'altro film che richiama alla memoria).
Anche il fresco Leone d'argento Nuevo Orden di Michel Franco ci mostra l'esplosione rabbiosa a cui possono portare le disparità e le fatiche quotidiane, ma la brutalità che inscena ha una visione più collettiva e sottile, più scomoda, tira in campo trame politiche e sociologiche di orwelliana ambiguità. Il giorno sbagliato invece è monolitico e unidirezionale, come il suo antieroe in camicia macchiata e occhi incassati.
Il Giorno Sbagliato, film diretto da Derrick Borte, è la storia di una donna,Rachel(Caren Pistorius), che commette un unico piccolo errore: in ritardo per il lavoro, alla guida della sua auto suona il clacson contro un altro automobilista, fermo a un semaforo. Questo gesto così comune scatena un'indomabile furia nell'uomo (Russell Crowe), in verità un guidatore psicopatico, che da quel momento in poi inizia a perseguitare lei e tutti i suoi cari.La povera Rachel, sempre di fretta, ha beccato l'uomo sbagliato nel momento sbagliato e finisce nel mirino del folle sconosciuto, preso da una forte irascibilità e da una volontà di dare alla donna delle lezioni di vita, che si riveleranno mortali.
Sebbene non sia ispirato a nessuna precisa storia vera, Il giorno sbagliato dipinge un problema tipico della contemporanea società occidentale. Secondo Russell Crowe, gli incontrollabili scatti di rabbia hanno iniziato a diventare qualcosa di molto comune. Il personaggio portato in scena usa la sua macchina come arma. Ma la cronaca parla di persone violente che irrompono nei luoghi di culto, nelle scuole e nei locali notturni. Addirittura, si è assistito a risse nei supermercati per un rotolo di carta igienica.
«Certi presuntuosi bastardi ti pisciano in tasca e ti dicono che piove. Bene. Fanculo quella merda. Ho un film in uscita. S'intitola Il giorno sbagliato. Non ti sto fregando. Sarà al cinema. Vai a vederlo». Parla così Russell Crowe, da gladiatore senza mezzi termini, nella clip che adesso promuove il suo ultimo film Unhinged (da «schizzato» a «svitato», il termine rimanda all'essere fuori di testa), thriller pulp in sala dal 24 settembre con 01 e con un titolo aggiustato secondo i gusti italiani. E pure strizzando l'occhio al memorabile Un giorno di ordinaria follia di Joel Schumacher, al quale s'ispira il regista di Unhinged, Derrick Barte, quello di American Dreamer.
Gonfietto come chi beve appena sveglio, indossando una felpa scura, il divo guarda in camera e fissa lo spettatore con aria di sfida, mentre reclamizza il suo B-movie che non gli farà guadagnare un altro Oscar, però qualche soldino sì. Gli esercenti ci scommettono: Russell Crowe, dopo le chiusure forzate a causa del Covid, riporterà il pubblico in sala. Con la sua energia e il suo carisma e con un lavoro molto atteso, considerato l'uscita più importante da questa primavera. Già il video promozionale di tale film d'azione, dove Russell per la prima volta fa il cattivaccio, con l'ascia e una voglia d'ammazzare che neanche Charles Manson, spaventa e attrae chi lo vede. E in Rete, soprattutto fra Inghilterra, Canada e Irlanda, dove Il giorno sbagliato è uscito a fine luglio, incassando cifre ragguardevoli, circolano commenti entusiasti del suo stile da presentatore di Oscar. «Dovresti fare marketing, anche per la Disney», si legge in un tweet. Perché l'attore neozelandese, che di recente ha donato 5mila dollari per la ricostruzione, a Beirut, del ristorante «LeChef» di Anthony Bourdain, cuoco suicida già amante di Asia Argento, sa quali tasti pigiare.
Intanto, nel film pigia l'acceleratore del suo furgone, in una notte buia e tempestosa di New Orleans. Fissando il vuoto, con l'aria attonita di chi è impazzito e lo sa, afferra un'ascia, si dirige verso una casetta di legno dove vive una coppia e prima spacca la porta, entra e ammazza gli inquilini. Poi dà fuoco al tutto. Il giorno dopo, rieccolo. A bordo del pick-up, sembra tranquillo, in coda al semaforo. Ma una sciagurata che si chiama Rachel (Carmen Pistorius) gli suona il clacson, perché lei ha fatto tardi e deve accompagnare il figlio a scuola, in macchina, e lui non è partito subito al semaforo verde. Lezione numero 1 di colui che, nei credits, viene indicato come «Man», «Uomo». Non sei stata gentile, non hai suonato il clacson in maniera amichevole, così, po'-po'-po'. Sei stata aggressiva, devi chiedere scusa. Naturalmente, sul volto di Rachel e di suo figlio si dipinge il terrore: quell'automobilista arrabbiato ha la faccia da pazzo, mentre li affianca con fare minaccioso. E, infatti, da tale si comporterà. Impartendo alla malcapitata signora una serie di lezioni di vita, come faceva Michael Douglas in Un giorno di ordinaria follia.
Il giorno sbagliato (Unhinged, questo il titolo originale: "instabile, pazzo, squilibrato") è un thriller che si beve tutto d'un fiato grazie a una suspense continua e ben equilibrata. Vi invitiamo alla visione nella sala cinematografica perché il comparto sonoro, composto per la maggior parte dai motori a tutto volume e dalle frizioni degli pneumatici sull'asfalto, è davvero esaltante. È un film in crescendo, dato che il setup fa salire lentamente la tensione attraverso l'inesorabile ingresso di Rachel e suo figlio nel traffico alla ricerca della strada meno trafficata; una sorta di preambolo all'azione che potrebbe ricordare, molto alla lontana, i primi minuti di Drive di Nicolas Winding Refn. Anche l'uso e la messa in scena della violenza sono ben calibrati, dal prologo che sceglie di non mostrare esplicitamente una furia assassina che in questo modo appare ancor più devastante - tra l'altro, vedere in una mano una ventiquattrore e nell'altra un martello ricorda cortocircuiti implacabili come quello di Michael Douglas in Un giorno di ordinaria follia - per poi liberarsi di ogni freno stilistico fino al finale. Nonostante spesso appaia improbabile che in una grande città con superstrade, tangenziali e sopraelevate, l'inseguitore riesca sempre e improvvisamente a ritornare negli specchietti retrovisori della protagonista, gli inseguimenti sono la parte più succosa del film, con danni collaterali a effetto, incidenti spettacolari e una scia di cadaveri che fanno de Il giorno sbagliato un'opera che forse poteva prendersi meno sul serio. E, se Russel Crowe ce la mette tutta per mettersi la maschera da assassino famelico senza tuttavia essere credibile fino in fondo, è invece ottima la prova di Caren Pistorius, classe 1990, vista in La verità negata, Gloria Bell e Slow West. Il suo è un personaggio più volte visto sul grande schermo, quello di un genitore in crisi che fa fatica a occuparsi del figlio come si deve e che grazie a un'avventura dai risvolti drammatici risale con coraggio e orgoglio sul piedistallo. Grazie a una bellezza velata dalla patina opaca del quotidiano - un contrasto che travolge senza eccedere - e a uno sguardo e una fisicità che riescono realmente a evocare il disagio di non riuscire a essere la madre che il proprio figlio vorrebbe, l'attrice di origini sudafricane e neozelandesi è davvero la sorpresa del film. 781b155fdc